IL CASO ALMASRI, boia dei migranti, tra agenti segreti 007 e presidenti del coniglio – di MAVA FANKU’ by Emyliù

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PRESIDENTE DEL CONIGLIO-COVER

Il pasticciaccio del caso Almasri, che altrove avrebbe portato alle dimissioni di alcune delle più alte cariche del governo, in Italia diventa un intrigo politico orchestrato dalla premier Melons, come direbbe la Littizzetto, o dalla “Presidente del Coniglio”, come direbbe l’antagonista d’opposizione Elly Schlein, parafrasando sulla lunga latitanza dal Parlamento di Giorgia Meloni. Nel solito tentativo di distrarre l’attenzione pubblica, la premier cerca di mascherare un conflitto con le istituzioni, accusando magistrati e procuratori di essere dei comunisti cattivoni, ostili e persecutori nei suoi confronti.

L’arresto di Almasri a Torino, avrebbe realmente reso orgogliosi della bandiera tricolore anche gli italiani più riluttanti a un certo patriottismo

Ma ripercorriamo la vicenda dall’origine del male. Il procuratore Lo Voi (lo stesso che aveva indagato Salvini per sequestro di persona per il caso Open Arms) accusa il governo di aver liberato Almasri arbitrariamente, non rispettando il mandato della Corte Penale internazionale dell’Aja. Il governo replica, sostenendo di aver seguito l’ordine di espulsione della Corte d’Appello di Roma. La questione resta ingarbugliata, coinvolgendo un quartetto di eccellenze: la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il sottosegretario Alfredo Mantovano, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, indagati tutti per peculato e favoreggiamento. Roba da liberarci in un sol colpo di quattro pezzi non grossi, ma giganteschi, compresa la “Regina” Giorgia.

IL generale criminale Almasri, rimpatriato con un aereo di stato, accolto festosamente a Tripoli

E come si difendono i possibili indagati con l’opinione pubblica? Si schermiscono affermando che la Corte dell’Aia non ha trasmesso prontamente i documenti relativi all’obbligo di arresto di Almasri. Inoltre questi documenti, dice Nordio, sono stati inviati in inglese (che poi si è saputo non erano solo in inglese), e lui non ha fatto in tempo a farseli tradurre. Il nostro povero Ministro della Giustizia ha perfettamente ragione, non conosce l’inglese, che gli mandate a fare il mandato di arresto di un criminale di guerra, stupratore di bambini e torturatore di migranti? Così, per completare l’opera, prima di rivolgersi al Parlamento per informare l’opposizione e gli italiani, pare che non si sia nemmeno messo d’accordo con il Ministro degli Interni Piantedosi, contraddicendosi in modo imbarazzante in aula.

Una giornalista di una emittente televisiva di Strasburgo: “La Corte dell’Aja aspetta spiegazioni dal governo italiano”...

Tanto per mantenere uno stile sobrio e per niente vendicativo, si vocifera che il governo abbia fatto sorvegliare il procuratore di Roma dai servizi segreti, accusandolo a sua volta di aver divulgato atti d’ufficio e chiedendone il trasferimento. Il procuratore Lo Voi smentisce, dichiarando che i documenti diffusi non erano coperti da segreto di stato. Un precedente sembrerebbe confermare il metodo spionistico dei nostri attuali governanti. Ai tempi delle inchieste sui circoli della Gioventù Nazionale di Fratelli d’Italia, il nostro governo 007 avrebbe fatto sorvegliare il direttore di Fan Page tramite un software spyware chiamato Paragon, probabilmente lo stesso utilizzato dai servizi segreti per spiare il nostro procuratore Lo Voi (o non Lo Voi? Questo è il problema).

Conte: ” bullismo istutuzionale da parte di un governo autoritario che si ritiene al di sopra della legge”

E intanto il premier del Movimento 5 Stelle, Conte, parla di “bullismo istituzionale” nei confronti di singoli magistrati da parte di questo “governo autoritario” che “si ritiene al di sopra della legge”. Insomma, tornando al generale libico Nijeem Osama Almasri, noto come “boia dei migranti” e accusato di crimini contro l’umanità, si sospetta che il suo rapido rimpatrio con un aereo di stato sia stata una mossa politica, legata a discutibili accordi con la Libia che avrebbe ricattato il governo Meloni minacciando di inviare 500.000 migranti sulle nostre coste se non avesse prontamente liberato il generale. Cosa che avrebbe messo in crisi la premier Giorgia, già in deficit di credibilità per i fantomatici centri in Albania che non hanno mai funzionato. Questo piano rocambolesco e piuttosto ambiguo, può essere interpretato come complicità con la Libia. Inoltre, l’accoglienza trionfale a Tripoli del generale al suo arrivo, già atteso prima del suo rilascio a Torino, appare non solo sospetta, ma confermerebbe che tutto era già stato deciso, con la scusa della “sicurezza nazionale”, per continuare a fare la solita propaganda meloniana per meri interessi elettorali, ponendo l’Italia fuori dalla legalità per ciò che riguarda la Corte Penale Internazionale di Strasburgo.

Il generale libico torturatore e pluriomicida criminale di guerra Almastri – La nostra Presidente del Coniglio Giorgia Meloni con un’espressione attonita

Ce la ricordiamo Giorgia, ora più che mai incline al vittimismo  (“non mi lasciano governare”), quando aveva un atteggiamento opposto in veste di opposizione, e chiedeva con forza le dimissioni per ogni minima mancanza dei governanti di turno? A mio avviso sarebbe giunto il momento di mettere fine a questa masquerade, e dimostrare che l’Italia è davvero un paese che rispetta e applica la sua Costituzione. Non si può più tollerare che la giustizia sia manipolabile per meri interessi politici nelle mani di chi dovrebbe garantirla, ma l’adatta al suo bisogno contingente come faceva il deus ex machina Silvio Berlusconi, che ci ha lasciato questo pesante fardello da portare, come una spina nel fianco, chiamata Giorgia.

Oggi, con il senno di poi, si può dire che hanno cercato ancora una volta di fare le prove di regime. Tuttavia, mentre tutto sembra aver preso una piega diplomatica, riprendendo il dialogo con l’Aja, che attendeva spiegazioni dal ribelle governo italiano, la cui leader, che si dichiara assolutamente “non ricattabile” e “contro la mafia”, in realtà ha ceduto al ricatto di un criminale libico e della sua banda.

Mava Fankù by Emyliù

Mava Fankù by Emyliù

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