MIA MADRE. NANNI MORETTI SPELEOLOGO DEL DOLORE @ Visioni streaming di Emyliù Spataro
Sempre per il viaggio nello streaming d’autore A.C. (Ante Corona) rivedo un film di Nanni Moretti del 2015.
Questa volta non volevo scrivere una recensione, ma criticare il film solo con le foto che mi feci all’uscita dal cinema, supponendo che il mio volto, ancora intriso di emozioni, bastasse a descrivere il mio stato d’animo senza tradurre in parole le riflessioni. Proprio perchè il tema è doloroso, profondo, importante, ancestrale, angosciante, disperante, ineluttabile.

Ma decido di scriverne dopo averlo visto in streaming. E cosí sia. Questo film di Nanni Moretti ci fa riflettere tutti. Chi c’è passato, chi ci sta passando, chi ci passerà, e lo stile del regista va dritto allo scopo come un pugno nello stomaco, contornato da mille sfumature di dolore e di vita. Solo chi ha avuto la “fortuna” di non passarci, andando via prima, si è risparmiato il dolore più devastante del mondo. La morte di una madre.

Ma il maestro, che non è nuovo ai temi tragici, come uno speleologo dell’umano dolore, già ne “La stanza del figlio” era sceso con la macchina da presa ad esplorare le indicibili sofferenze causate dalla perdita di un figlio.
In questo “Mia madre” raffina la sua arte filmica, mescolando il dramma con la commedia, adoperando l’intensa maschera di John Turturro per incastonare la storia con godibili sequenze di un film girato nel film.

E con la ricorrente presenza della sua musa, una più che mai sensibile e intorcinata Margherita Buy, questa volta nel duplice ruolo di sorella e regista di film socialmente impegnati.
La tragicomica autoironia é sempre una delle cifre vincenti di Moretti, insieme alla scelta degli attori e sopratutto delle parti femminili, con una mirabile Giulia Lazzarini, sublime nel ruolo della madre morente.
Cercatelo in streaming, è persino migliore del suo ultimo film ”IL sol dell’avvenire”, che è già un ottimo film, e con il quale ha elementi registici in comune.
Parola di Emyliù
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